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Global Columns

Stati Uniti, Cina, Europa e i tre mondi di Internet

Angie G50

La Reppublica / Moisés Naím con traduzione da Fabio Galimberti

L'Internet globale, decentralizzata, non governativa, aperta e gratuita che esisteva all'inizio è progressivamente scomparsa. Non è né globale né aperta. Più del 40 per cento della popolazione mondiale vive in Paesi dove l'accesso alla Rete è controllato dalle autorità. Il governo cinese, per esempio, impedisce che dal suo territorio si possa accedere a Google, YouTube, Facebook, Instagram, Twitter, WhatsApp, Cnn, Wikipedia, TikTok, Netflix o il New York Times, fra gli altri.

Naturalmente ci sono versioni cinesi di questi prodotti digitali.

In India, Iran, Russia, Arabia Saudita e altri Paesi, il governo blocca alcuni siti della Rete e ne censura i contenuti.

Internet non è nemmeno decentralizzata. È vero che ha dato potere a individui e gruppi che ora hanno più possibilità di far sentire la loro voce e influire sugli altri (e sul governo). Ma è vero anche che sia i governi che le grandi imprese tecnologiche, Google, Microsoft, Amazon o Facebook, concentrano nelle loro mani un potere immenso sulla Rete. In molti Paesi, una tecnologia di liberazione politica si è trasformata in una tecnologia per la repressione.

La Rete non è gratuita. Le ricerche su Google, gli incontri su Facebook, i messaggi su Twitter o le chat su WhatsApp non sono gratis, anche se sembra che lo siano. Le paghiamo lasciando che chi ci "regala" i servizi sappia tutto di noi. Il controllo delle informazioni mette nelle condizioni di dominare l'industria mondiale della pubblicità.

Tuttavia, la tendenza più importante tra quelle che stanno trasformando Internet è la sua frantumazione in tre blocchi. Il mondo si avvia ad avere un'Internet cinese, una americana e una europea. L'Internet cinese è chiusa, censurata, protezionista e con barriere all'ingresso per le imprese dei Paesi al di fuori dalle sue frontiere digitali. Queste cyberfrontiere trascendono quelle geografiche nazionali e includono alleati come la Corea del Nord e altri. Il suo principale vantaggio competitivo è dato dal fatto che la Cina conta quasi un miliardo di internauti. Il suo protagonista più influente è il governo centrale, con i suoi servizi di sicurezza, di intelligence e di controllo della cittadinanza. La sua vulnerabilità sta nel fatto che cerca di usare barriere del passato (protezionismo e censura) per contenere l'arrivo di innovazioni del XXI secolo.

L'Internet americana, invece, è anarchica, innovatrice, commerciale e con tendenze monopolistiche. I protagonisti sono le imprese tecnologiche. I capitali, i talenti tecnologici e la capacità di innovare su cui può contare le conferiscono un dinamismo che le sue rivali non possiedono. La vulnerabilità dell'Internet Usa sta nel fatto che il modello d'impresa basato sul baratto tra servizi digitali gratuiti e dati personali degli utenti non è sostenibile. E nemmeno il grado di monopolio delle società tecnologiche, o la loro indifferenza all'uso delle piattaforme digitali da parte di soggetti malintenzionati per promuovere il caos sociale e la polarizzazione e influire sulle elezioni. Tutte queste cose stanno già cominciando a cambiare. L'epicentro dell'attacco contro i difetti dell'Internet Usa e gli abusi dell'Internet cinese è in Europa. L'Internet europea è più regolamentata, si sforza di proteggere gli utenti, combatte i monopoli e difende valori democratici. La Commissione europea ha imposto multe miliardarie a Google, Apple, Microsoft e altre imprese tecnologiche. Nel 2018 l'Unione Europea ha adottato il Regolamento generale sulla protezione di dati (Gdpr), che definisce le regole p er la raccolta, l'archiviazione e la gestione di dati personali. Questo regolamento è la manifestazione concreta di un approccio legale che tratta la protezione dei dati personali come un diritto umano fondamentale. Mentre la Cina basa la propria influenza sulle sue dimensioni e la natura autocratica del regime, e gli Stati Uniti sul loro dinamismo imprenditoriale e tecnologico, l'Europa cercherà di influire esportando regole basate su valori democratici e umanistici. Questi tre blocchi si stanno combattendo ferocemente per mantenere il controllo sulla propria area di sovranità digitale. E gli attriti sono evidenti.

Oltre ad applicare le loro leggi antitrust e fiscali alle imprese Usa, la minaccia degli europei è di restringere l'accesso al mercato comunitario alle imprese tecnologiche che non adotteranno le loro regole. Gli Stati Uniti impongono sanzioni e bloccano imprese come la Huawei. La Cina contrattacca.

Avremo tre Internet, ma la battaglia chiave è quella fra Stati Uniti e Cina. E gli scontri tra queste superpotenze digitali non si limiteranno al cyberspazio e alla protezione e ampliamento della loro sovranità digitale. Lo vediamo già negli sforzi di Washington e Pechino per assicurare alle imprese una posizione dominante nel 5G, la nuova generazione di telefonia mobile che rivoluzionerà le comunicazioni e cambierà Internet. Queste, però, sono scaramucce, il grande scontro ruoterà sul predominio nel campo dell'intelligenza artificiale, la tecnologia che cambierà il mondo. E questa è una rivoluzione che sta cominciando soltanto adesso.

(Traduzione di Fabio Galimberti)

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